Nel presentare le capacità linguistiche acquisite, è consigliabile usare un metro di valutazione condiviso e attendibile. Una chiara messa a fuoco della competenza in una lingua straniera può infondere fiducia in sé stessi e, professionalmente, rendere più efficace la lettura delle proprie competenze.
A questo scopo è utilissimo il CEFR, “Common European Framework of Reference for Languages”, tradotto in italiano QCER, ossia “Quadro Comune Europeo di Riferimento per la Conoscenza delle Lingue”: è un noto standard internazionale riconosciuto come base comune, che accerta e descrive le abilità relative agli idiomi europei, messo a punto dal Consiglio d’Europa.
È diviso in sei livelli, A1, A2, B1, B2, C1 e C2, che incasellano, attraverso diversi parametri, il grado di apprendimento di un linguaggio che non è il proprio.
La lettera A raggruppa le competenze di base, la B quelle ad un livello intermedio di autonomia, la C quelle avanzate: queste tre categorie sono a loro volta divise in due sottocategorie, 1 e 2, dove 1 indica minore padronanza.
La partizione è in quattro macro aree:
- comprensione scritta
- comprensione orale
- abilità di scrittura
- abilità nella parola e nella conversazione.
A rendere interessante questo sistema è che i livelli espressi nella tabella, elaborata nell’ambito di un progetto che ha richiesto 7 anni per arrivare a compimento totale, sono identici per tutti gli stati europei e le rispettive lingue.
Collegandosi al link https://europa.eu/europass/it/common-european-framework-reference, e selezionando la versione in italiano, è possibile scaricare questa scheda per l’autovalutazione molto chiara e dettagliata, all’interno della quale ritrovare e riconoscere le competenze specifiche e così descriverle con criteri adeguati agli standard condivisi nel mondo del lavoro.
All’interno del CV, solo nel caso in cui le capacità linguistiche siano molto buone e idealmente non si limitino a una sola lingua straniera, potrebbe essere efficace descrivere la propria conoscenza graficamente, per mezzo di pallini che, se riempiti tutti indicano l’ottima padronanza, e viceversa, ad esempio:
inglese ●●●●○
tedesco ●●●○○
Tuttavia, se le lingue conosciute non sono almeno due e i pallini non abbastanza numerosi, scompare il valore aggiunto delle informazioni inserite: meglio allora non utilizzare questa forma perché il risultato potrebbe rivelarsi un boomerang.